Storia dell'Associazione

Nel parlare dell’Associazione “Ceramica Vecchia Mondovì” non si può prescindere dal ricordare la figura di Marco Levi, suo fondatore e propugnatore. La vita di Marco Levi ha come punto focale più significativo la sua passione per la ceramicsi è esternata nella tanto attesa apertura del Museo della Ceramica, il 12 dicembre 2010. Marco Levi, che ne fu il vero ideatore, fondatore e promotore sin dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, riuscì a concretizzare questo suo grande sogno, anche se non lo poté vedere inaugurato. La realizzazione di un museo della ceramica “Vecchia Mondovì” fu l’apoteosi di una vita incentrata su una impresa industriale che lo impegnò per lunghi tratti della sua vita e che amò profondamente, nonostante gli abbia procurato anche momenti di notevoli grattacapi e difficoltà. La Besio è una sua creatura a cui è legato da strettissimi vincoli di amore.

 

Notissima e assai stimata personalità anche oltre il distretto monregalese, nella sua lunga vita (Mondovì, 1910 – Torino, 5 maggio 2001), sempre molto attiva, intensa e impegnata (per decenni oltre che proprietario-direttore della Ceramica Besio fu anche titolare del Banco Levi), due aspetti assunsero un rilievo preminente.  

Nella sua qualità di ultimo ebreo della storica Università Israelitica di Mondovì si dedicò ad una sorta di apostolato laico per far conoscere e comprendere le tradizioni culturali, religiose e di costume dell’ebraismo e il radicamento storico nel territorio monregalese: a lui si deve il restauro e la conservazione della deliziosa sinagoga monregalese, presente appunto al n. 65 di Via Vico, all’interno di quello che era stato il ghetto ebraico istituito nel 1724.

L’altro filone del Suo costante impegno si espresse nella passione e nella sensibilità per l’arte ceramica; passione che coltivò anche nell’attività imprenditoriale della Ceramica Besio, sempre volta ad una ricostruzione rigorosa e filologicamente corretta dei decori e dei modelli tradizionali e alla sperimentazione di nuove forme, tecniche e colori che a quella tradizione sapessero ricollegarsi. Come ricostruito nell’attento ritratto che ne fa Cesare Morandini, quando il banchiere Moisè Ettore Levi nel 1929 acquistò lo stabilimento di Mondovì Piandellavalle, ben presto ne passò la direzione al figlio dottor Marco. Marco se ne prese cura con una dedizione ben superiore a quella che normalmente si coltiva per un’impresa commerciale e la gestì per oltre cinquant’anni, facendole attraversare quasi indenne momenti di grande difficoltà: il periodo fascista e delle leggi razziali, il periodo bellico, il difficile primo dopoguerra e le crisi degli anni Sessanta e Settanta. Sempre mettendo avanti tutto la sopravvivenza della fabbrica, vista non soltanto come un opificio fonte di reddito, ma come un luogo al cui interno si erano create relazioni quasi familiari. Marco Levi conosceva personalmente tutti i suoi operai e la sua porta era sempre aperta a chiunque avesse necessità di parlargli. Un piccolo micromondo che egli fece sempre di tutto per proteggere, salvaguardando per quanto possibile il lavoro ed il salario per i propri dipendenti, attento e sensibile ai valori di solidarietà sociale con gli operai.  

 

 

Fu quindi naturale per il dottor Levi, una volta chiusa, alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, la fase produttiva della Ceramica Besio nello stabilimento di Piandellavalle, ultimo opificio ancora in funzione lungo il corso dell’Ellero, pensare di conservare e trasmettere la memoria storica della plurisecolare esperienza artistica e industriale della ceramica monregalese e di farla rivivere in una prestigiosa sede museale.

Nel 1999 costituì la Fondazione “Museo della Ceramica Vecchia Mondovì”, alla quale donò la propria collezione ceramica personale e quella di Carlo Baggioli – una completa e ricca collezione di ceramiche del distretto monregalese – acquistata pochi anni prima.

La sua idea era di fare confluire nell’orbita del Museo i ceramisti ancora operativi, che aveva riunito in una Cooperativa sorta il primo gennaio 1983. La stessa cooperativa, poi trasformatasi in Associazione, l’Associazione Culturale “Ceramica Vecchia Mondovì”, che attualmente propugna e porta avanti il discorso della conservazione della tradizione ceramica monregalese.

Dopo Marco Levi le sorti dell’Associazione furono rette nell’ordine da Andrea Contri e Onofrio Chieco. Attualmente ne è presidente Ezio Tino, esperto della storia ceramica monregalese coadiuvato, per la parte di insegnamento, dalle responsabili artistiche e tecniche Silvana Prucca e Ingrid Mijich.